Vaiolo delle scimmie: cosa sappiamo e le mete a rischio

Negli ultimi mesi abbiamo sentito parlare molto della diffusione di un virus del quale molti di noi non ne conoscevano neppure l’esistenza, ovvero il vaiolo delle scimmie. Dopo due anni di pandemia legata alla diffusione del Covid-19, sentir parlare ancora di virus di certo non è rincuorante, ma per capire quali sono i rischi reali e come proteggersi da questo tipo di virus è importante capire bene di cosa si sta parlando.

 

Vaiolo delle scimmie: cos’è, come si trasmette e quali sono i sintomi?

Il vaiolo delle scimmie, detto monkeypox, è un’infezione zoonotica, ovvero che viene trasmessa dagli animali all’uomo ed è causata da un virus che fa parte della stessa famiglia del vaiolo, ma non per questo va confusa con il ben più rischioso vaiolo. Difatti, a differenza del vaiolo umano, il vaiolo delle scimmie è meno pericoloso e si trasmette con minore facilità.

Il nome di questa malattia deriva dalla prima identificazione del virus, il quale fu scoperto nelle scimmie nel 1958 in un laboratorio danese. Il primo caso umano di vaiolo delle scimmie, risale invece al 1970 nella Repubblica Democratica del Congo.

Per quanto concerne la trasmissibilità, il vaiolo delle scimmie si trasmette all’uomo quando questo entra in contatto diretto con saliva o fluidi corporei dell’animale infetto, ad esempio se l’uomo viene morso dall’animale infetto o anche consumando carne infetta poco cotta.

La trasmissibilità da uomo a uomo del vaiolo delle scimmie è da considerarsi ancora una scoperta piuttosto recente, pertanto le ricerche sanitarie stanno comunque andando avanti. Per quel che ne sappiamo, la malattia non è particolarmente contagiosa e lo è decisamente meno rispetto al vaiolo umano. Indubbiamente, per essere contagiati è necessario che vi sia stato un contatto stretto con la persona infetta o un contatto con il materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee del soggetto infetto (ad esempio lenzuola, asciugamani o vestiti contaminati). Inoltre, dall’analisi di alcuni casi è risultato che la trasmissibilità può avvenire anche attraverso rapporti intimi con il soggetto infetto.

Per ciò che riguarda la sintomatologia, il vaiolo delle scimmie si presenta con sintomi iniziali quali febbre, dolori muscolari, stanchezza e rigonfiamento dei linfonodi (quest’ultimo sintomo è la differenza principale col vaiolo umano). A distanza di 24 o 48 ore iniziano a manifestarsi anche delle lesioni cutanee, vescicole e pustole, soprattutto su mani e piedi. Il decorso di queste manifestazioni cutanee è simile a quello della varicella, quindi l’aspetto delle vescicole e delle lesioni tende a trasformarsi in croste nel giro di 2 o 3 settimane. La condizione complessiva generata dal vaiolo delle scimmie tende a risolversi, comunque, entro 3 o 4 settimane, nella maggioranza dei casi.

 

Soggetti a rischio, complicazioni e tasso di mortalità

Tra i soggetti a rischio, quindi soggetti in cui vi possono essere delle complicazioni a seguito della contrazione di questo virus, vi sono sicuramente i bambini, i soggetti con sistemi immunitari compromessi e le donne in gravidanza. In questi casi il vaiolo delle scimmie può non risolversi spontaneamente e, anzi, può portare ad ulteriori complicazioni durante il decorso dell’infezione.

Tra le complicazioni osservate vi sono: disidratazione, polmonite, encefalite, infezioni batteriche acute della pelle e cicatrici corneali che possono portare alla perdita della vista, qualora le lesioni dovessero svilupparsi anche negli occhi.

In alcuni casi, purtroppo, il vaiolo delle scimmie può rivelarsi anche letale, soprattutto quando si sviluppa il ceppo più forte del virus. Per esempio, nell’Africa centrale il ceppo del virus diffuso è più letale rispetto a quello diffuso nell’Africa occidentale, difatti la mortalità sfiora l’11% nei bambini non vaccinati.

Naturalmente è bene sempre sottolineare che purtroppo in Africa il sistema sanitario evidenzia grossissime carenze, pertanto, una complicazione del vaiolo delle scimmie come, ad esempio, la disidratazione o la polmonite, può rappresentare una grossa sfida, data la mancanza di strumentazioni adeguate, medicinali, etc.

 

Vaccinazione contro il vaiolo

Secondo alcune informazioni date dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, il vaccino contro il vaiolo umano (vaccinazione obbligatoria abolita in Italia nel 1981), sembra essere efficace, perciò per coloro che avessero ricevuto la vaccinazione anti-vaiolo, il rischio di infezione relativo al vaiolo delle scimmie è sicuramente minore.

Data la situazione attuale, al momento, non è prevista una vaccinazione per la popolazione generale, mentre può esser presa in considerazione la vaccinazione entro quattro giorni dall’esposizione, poiché potrebbe prevenire l’insorgenza della malattia, oppure, la vaccinazione entro 14 giorni dall’esposizione potrebbe ridurne la gravità.

 

Diffusione del vaiolo delle scimmie in Italia e in Europa

Attualmente si stimano circa 6.000 casi di vaiolo delle scimmie in 33 Paesi e aree dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, di cui 28 Paesi europei. L’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità è che con questi numeri c’è il rischio che il vaiolo delle scimmie rischi di diventare una malattia endemica.

Dai primi dati profilati e resi noti pare che il vaiolo delle scimmie sia più diffuso tra persone di età compresa tra i 31 e i 40 anni, soprattutto tra gli uomini. Nella maggioranza dei casi esaminati, la malattia si è palesata attraverso delle eruzioni cutanee (nel 96% dei casi) e sintomi come febbre, dolori muscolari, vomito, stanchezza, mal di testa o mal di gola. Alcuni di questi casi, circa il 15%, riguarda gli operatori sanitari, i quali sono naturalmente più esposti a questo rischio.

Per quanto concerne l’Italia, al momento sono stati registrati 233 casi di casi di vaiolo delle scimmie.

Tra le raccomandazioni date dall’Istituto Superiore di Sanità vi è sicuramente quella di evitare i contratti stretti con persone che presentano dei sintomi sospetti, inoltre, qualora insorgesse la febbre e la comparsa di vescicole è raccomandato rivolgersi immediatamente al proprio medico di fiducia in modo da valutare tempestivamente la situazione.

 

FONTI

https://www.iss.it/web/guest/primo-

piano/-/asset_publisher/3f4alMwzN1Z7/content/id/7088913#:~:text=Quali%20sono%20le%20raccomandazioni%3F,vescicole%20o%20altre%20manifestazioni%20cutanee.

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