Assistenza sanitaria in viaggio: alla scoperta dei medici trasportatori IMA

Cosa succede quando si necessita di assistenza sanitaria durante un viaggio all’estero? Di cosa bisogna tenere conto quando si sottoscrive un’assicurazione? Quali accorgimenti seguire prima della partenza? Risponde la nostra dott.ssa Natividad Mendez, medico rianimatore con oltre 20 anni di esperienza e medico trasportatore per IMA Italia Assistance.

Qual è il ruolo del medico trasportatore nell’assistenza sanitaria?

Una spiegazione semplice per un lavoro complesso: il medico trasportatore vola in ogni angolo del mondo per garantire assistenza ai viaggiatori all’estero che hanno sottoscritto un’assicurazione sanitaria. Si occupa quindi di organizzare un rimpatrio tempestivo e sicuro e di fornire un’assistenza medica costante e competente agli assicurati ricoverati a seguito di infortunio o malattia.

L’assistenza fornita dal medico trasportatore non è solo sanitaria ma anche logistica. Si tratta infatti di un’assistenza veramente globale, in cui il medico non si occupa solo della parte clinica ma anche di tutti gli aspetti e delle formalità legate alle dogane e agli aeroporti. Può essere necessario risolvere alcuni aspetti legali, come la questione dei passaporti o delle cartelle cliniche. Inoltre il medico trasportatore si fa carico dell’ansia delle persone vicine al malato: i familiari che, in momenti come questi, sono naturalmente angosciati e hanno bisogno di fare affidamento su una persona competente, che si occupi di tutto.

Il viaggio in aereo presenta problematiche particolari per l’assistenza sanitaria?

Ovviamente il livello di difficoltà che comporta un viaggio in aereo dipende dalla patologia del paziente, però alle volte anche le patologie più banali possono purtroppo creare dei disagi, perché si tratta di viaggi generalmente lunghi.

La scelta più frequente è di far viaggiare il paziente allungato sui sedili della business class: questa postazione è più comoda rispetto alla barella, offre spazi più ampi e rende più facile la somministrazione delle cure necessarie. Naturalmente anche questa scelta dipende dalla patologia, perché bisogna ricordarsi che durante il decollo e in fase di atterraggio il paziente deve stare obbligatoriamente seduto (non può allungare il sedile). Pertanto, se la sua condizione non gli consente di stare seduto, è necessario fare ricorso alla più scomoda barella per tutta la durata del viaggio. Inoltre, nei voli europei la classe business ha gli stessi spazi della classe economica. Non essendoci vere differenze, i pazienti sono costretti a viaggiare in spazi più ridotti.

Un altro aspetto delicato è andare alla toilette: in alcuni casi, anche se il paziente non necessita di un catetere dal punto di vista clinico, è necessario inserirlo proprio per il viaggio. Ma tutte queste operazioni, come anche la somministrazione di cure come ad esempio le iniezioni, sono da svolgere in modo molto riservato per non disturbare gli altri viaggiatori.

Che competenze aggiuntive deve avere il medico trasportatore rispetto agli altri medici?

Innanzitutto deve avere ottime doti di programmazione, ma ci sono anche molti dettagli che si imparano strada facendo, attraverso l’esperienza: ad esempio la capacità di girare e orientarsi negli aeroporti e la dimestichezza nel parlare con i rappresentati delle compagnie aeree. È molto importante riuscire a farsi capire, motivo per cui la conoscenza delle lingue straniere è un requisito fondamentale.

Trattare un’urgenza in aereo può essere davvero impegnativo, bisogna essere preparati a questo. Prima di lavorare come medico trasportatore mi è capitato tre volte di offrirmi volontaria per assistenza medica a bordo, mentre volavo. Sono state situazioni ardue da gestire… però poi ho fatto il resto del viaggio in prima classe! Un’altra cosa che nessun medico trasportatore può avere è ovviamente la paura di volare.

Cosa spinge a scegliere la carriera di medico trasportatore?

L’amore per il viaggio e la scoperta, la ricerca di un’esperienza non solo professionale ma anche umana di assistenza. Essere sul posto e vedere le cose di persona aiuta a capire meglio le situazioni.

Si ha a che fare con persone che si trovano a mille miglia di distanza da casa, in un paese con una lingua diversa e in una situazione difficile di malattia. Quando arriva il medico si lasciano andare: il nostro ruolo è anche quello di dare conforto e sicurezza. Il lato umano è davvero importante in questo lavoro.

Quali consigli relativi all’assistenza sanitaria possiamo dare a chi organizza un viaggio?

Innanzitutto, partire sempre assicurati, soprattutto quando si va lontano. Tenere a portata di mano sempre i numeri per contattare l’assistenza. Prima di sottoscrivere un’assicurazione, controllare bene i massimali: spesso italiani ed europei danno per scontato che in giro per il mondo la sanità sia pubblica, ma non è così. La medicina è quasi tutta privata e, se non si ha un buon massimale, possono sorgere serie difficoltà.

Le persone con patologie pregresse dovrebbero informarsi sulla situazione sanitaria del paese di destinazione. Spesso i paesi molto ricettivi dal punto di vista turistico hanno strutture mediche attrezzate e una tecnologia avanzata, ma ricevere cure può essere molto costoso. Se invece la meta non è particolarmente gettonata dai turisti c’è la possibilità, in alcune zone del mondo, che l’assistenza sanitaria risulti carente. Per avere queste informazioni basta comunque andare sul sito ViaggiareSicuri del Ministero degli Affari Esteri e consultare la scheda del paese di destinazione.

In ogni caso: evitare di partire senza un’assicurazione viaggio che copra le spese mediche!

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